Chi desidera crescere un bambino, tutelarlo, accudirlo e sa trovare dentro di sé e nelle opportunità che la vita gli offre, risorse per farlo, è definibile come un genitore “vero” ,a prescindere dall’incontro, se biologico o adottivo.
Le caratteristiche di personalità e i comportamenti dei bambini adottati a volte contrastano con l’immagine che il nuovo genitore aveva dentro di sè e creano una rottura tra fantasia e realtà, in altre parole una disillusione. Far fronte alle differenze culturali, esperienziali, genetiche e comportamentali, non sentendosi preparati e vedendolo come un imprevisto, può determinare una presa di distanza dal bambino o un senso di impotenza.
Se a questo si aggiungono difficoltà relazionali nel nucleo adottivo e scarse risorse interne ed esterne per fronteggiare questo disagio, sia i genitori che il bambino vivranno un abbandono. Per i genitori l’abbandono da un’immagine felice, salvifica e per il bambino un secondo abbandono, una seconda esperienza dolorosa con scarse possibilità di fronteggiarla.
I bambini e gli adolescenti adottati possono aver interiorizzato esperienze di maltrattamento, abuso e deprivazione. Questi vissuti influiscono sulla percezione del mondo esterno e sulle modalità relazionali e comunicative.
A volte non vi sono esperienze d’impatto così forte, ma le differenza culturali e linguistiche che il bambino/adolescente dovrà affrontare potrebbero influire sull’adattamento e sulla serenità del nuovo nucleo familiare.
Essere genitori in ogni caso è un’esperienza nuova e non si può dire che crescere un figlio naturale sia meno difficile di un figlio adottivo. Di contro però i bambini adottati possono manifestare diffidenza e chiusura verso chi si avvicina loro, anche irritazione per le cure ricevute, o possono apparire vulnerabili e accettare passivamente ogni proposta che gli viene fatta. Possono, quindi, avere più difficoltà a fidarsi degli adulti.
Il sostegno psicologico pre-adozione e post-adozione, come dimostrato da plurime ricerche scientifiche, è considerato indicativo rispetto al fallimento o al successo del percorso adottivo, ponendosi come supporto, favorendo una nuova lettura della relazione, calibrando modalità appartenenti al funzionamento genitoriale esistente o condividendo alternative possibili per un adeguamento relazionale.
Sono previsti:
-colloqui familiari;
-colloqui di coppia;
-colloqui individuali;
-incontri di psico-educazione;
-incontri di role-playing (simulazioni in vivo);
-training specifici (a seconda della problematica riscontrata e a seguito di valutazione).